Il dio drago - Capitolo IV

Amori sbocciano, un flusso emotivo nel campo. L'incontro con Neejah, un'anima aliena dei Diikaah, promette trasformazioni.

RACCONTI

Semiramide

7/1/202516 min read

Finite le lezione di quel giorno tutti tornarono nei propri accampamenti, per riposarsi e per prepararsi alla prova pratica che ci sarebbe stata la sera.

Kaja non tornò subito all’accampamento, e prima di tornare all’accampamento, andò nella collina davanti all’entrata del quartiere della Terra, e qui ci rimase per un po’, riflettendo su come stava andando la vita li al campo, e pensando a cosa stessero facendo i suoi fratelli e i suoi genitori.

Dopo qualche minuto arrivò una ragazza. Kaja pensò subito che fosse Saje dato che era l’unica che sapeva l’esistenza di questo posto: ma invece non era così.

Gli comparve davanti una ragazza bellissima: aveva gli occhi verdi come le foglie d’estate quando sono illuminate dal sole di mezzogiorno, la sua pelle era bianchissima come la neve, quasi non avesse mai visto la luce del sole. Non era altissima, ma aveva un corpo slanciato, e portava una spada attaccata al fianco destro. Portava la classica divisa del campo, però era diversa dalle solite perché era rossa, di un rosso acceso, come il fuoco. Quel vestito rosso faceva risaltare i suoi occhi verdi, sembrava come se un gigantesco incendio stesse bruciando una foresta coperta di neve. I suoi capelli erano molto lunghi,le arrivavano a meta delle gambe. Erno legati in una traccia enorme. Mentre Kaja guardava quella treccia gli sembrava di vedere le radici del Grande Albero, maestose e stupende. I suoi capelli erano fluenti e dorati, come la criniera di un leone, ma con delle venature marrone scuro, come la corteccia di un albero. Sulla mano sinistra aveva uno strano tatuaggio, che raffigurava un lupo che ululava alla luna piena, con sotto scritto qualcosa nell’antica lingua del Nord, ma era scritto in caratteri minuscoli, quasi impossibili da capire.

Nel mentre Kaja ammirava questa stupenda ragazza, lei senza dire una parola si sedette a pochi passi da Kaja. Per un po’ rimasero zitti tutti e due, ma poi il nostro eroe prese coraggio e parlò

Kaja: Posso chiederti come hai scoperto questo posto?

Ragazza: Potrei chiederti la stessa cosa

Kaja: Io l’ho scoperto per caso, una sera dopo aver finito l’addestramento pratico stavo tornando per andare al mio accampamento quando mi sono perso e sono finito qui.

Ragazza: Io invece un giorno vidi l’albero di ciliegie dal mio accampamento e mi incuriosì e allora venni qui per vedere che posto fosse.

Kaja: Quindi deduco che tu venga dal quartiere dell’acqua, dico bene?

Ragazza: Si, come hai fatto a capirlo?

Kaja: La tua spada, ha il marchio del quartiere dell’acqua

Ragazza: Ah giusto…e te invece da che quartiere vieni?

Kaja: Prova ad indovinare

Ragazza: Beh dal tuo accento si capisce che tu non sei di qui, molto probabilmente sei del Nord, quindi sei nel villaggio della Terra giusto?

Kaja: Brava hai indovinato! Ma si sente così tanto il mio accento?

Ragazza: Beh si, l’accento del nord è molto forte

Kaja: Ah, e io che pensavo di essere migliorato

Ragazza: Posso sapere il tuo nome, ragazzo del nord con il forte accento?

Kaja: Beh prima vorrei sapere il tuo, se permetti, ragazza del quartiere dell’Acqua

Ragazza: D’accordo ti dirò il mio nome, mi chiamo Saah’neejii (leone bianco), ma puoi chiamarmi Neejah

Kaja: Piacere di conoscerti Neejah, io mi chiamo Kajaharuuteherik, ma puoi chiamarmi semplicemente Kaja

Neejah: Che nome complicato! Si vede che sei del nord

Kaja: Non è complicato! E’ solo che tu non sei abituata a sentire nomi del nord

Neejah: Forse hai ragione o forse no, chissà…comunque di che squadra fai parte?

Kaja: Squadra del fuoco, tu invece?

Neejah: Io faccio parte della squadra del fulmine. Ma è vero che nella vostra squadra c’è un ragazzo che ha sconfitto da solo 40 uomini alle selezioni iniziali?

Kaja: Si è vero

Neejah: Deve essere davvero bello avere in squadra uno come lui. Tu però gli assomigli un po’

Kaja: Beh in realtà quel ragazzo sono io

Neejah: Davvero?

Kaja: Eh si…

Neejah: Beh non me lo sarei mai aspettato di incontrati qui

Kaja E dove pensavi di incontrarmi?

Neejah: Mah non lo so, pensavo che per avere quella forza passassi tutto il tuo tempo ad allenarti

Kaja: Non sono mica una macchina da combattimento. Ho bisogno anche io di rilassarmi ogni tanto

Neejah: Beh dopo tutto sei un ragazzo giovane. A proposito quanti anni hai?

Kaja: Beh diciamo che sono al primo anno

Neejah: Hai solo 16 anni?

Kaja: Eh si…

Neejah: Ne dimostri molti di più

Kaja: Lo prendo come un complimento. Tu invece quanti anni hai?

Neejah: Non è educato chiedere l’età ad una signora

Kaja: Giusto hai ragione, chiedo scusa

Neejah: No in realtà ti stavo prendendo in giro. Non mi importa di quelle stupide formalità. Ho 18 anni, comunque…

Kaja: Beh devo dire che li porti molto bene

Neejah: Beh lo prendo come un complimento

Kaja: E’ stato davvero bello fare la tua conoscenza Neejah, però adesso devo andare perché tra poco ho la prova pratica e i miei amici mi staranno aspettando

Neejah: D’accordo. E’ stato un piacere anche per me Kaja

Allora Kajasi allontanò e andò davanti all’ingresso dell’arena principale dove di lì a poco si sarebbe svolta la prova pratica. Una volta che si iscrisse andò a sedersi sugli spalti per vedere gli altri ragazzi. L’esame consisteva nel rompere un masso gigantesco con un solo colpo usando la tecnica di rilascio dell’anima. A quel tempo, come già detto precedentemente, le persone possedevano dei poteri speciali che gli permettevano di fare cose incredibili. Però tutti i poteri erano accomunati dallo stesso principio di base: il corpo era diviso in mente, anima e corpo.

La mente concepiva il colpo, e lo immaginava; così l’anima invece dava energia al colpo che si voleva eseguire ed infine il corpo lo rendeva materiale e lo eseguiva. Tutto ciò ovviamente veniva eseguito in poco tempo, poiché tutte e tre le parti erano strettamente collegate.

In pratica il segreto per rompere questo enorme masso che sembrava indistruttibile, bisognava invece compiere questi tre passaggi, cercando di dividere il più possibile le tre fasi, così in questo modo, si poteva ottenere un colpo molto più potente.

Kaja non era preoccupato perché anche se non fosse riuscito a rompere il masso, sapeva che avrebbe fatto una buona prova, d’altra parte nessuno prima ei ragazzi prima di lui era riuscito a rompere il masso ma aveva comunque passato la prova. Arrivato il turno di Kaja, si alzò e andò vicino all’esaminatore, che prese il nome e l’età, e diede il via alla prova. Dopo 2 minuti di riscaldamento Kaja si mise davanti all’enorme masso e lo fissò intensamente, e intanto cercava di concentrarsi il più possibile.

Dopo qualche secondo in cui rimase fermo immobile, sferrò il colpo. Fu perfetto. Si potevano vedere distintamente le tre parti del colpo: mentale, animale e corporale.

Con un solo pugno Kaja riuscì a sbriciolare quella roccia, e tutti i ragazzi che erano li seduti si meravigliarono. Ma in realtà quello più meravigliato di tutti era Kaja, perché non pensava di possedere una forza tanto spaventosa.

L’esaminatore lo guardò attentamente, cercando di capire come un ragazzo di 16 anni avesse potuto rompere un masso così grande, e in modo così preciso. Per qualche secondo tutta l’arena rimase in silenzio, poi l’esaminatore parlò

Esaminatore: Bene Kajaharuuteherik, possiamo dire che tu hai passato a pieni voti l’esame, ed è con immensa gioia che come premio ti ammetto alla classe successiva di addestramento

Kaja: Grazie mille signore, è un vero onore

Esaminatore: Non ringraziarmi! La classe successiva alla tua è la Feheniiah’nuu(giardino del diavolo)

Kaja: Ne sono comunque onorato! I Guerrieri di Fuoco sono molto rispettati

Esaminatore: Bene allora ci vediamo domani mattina

Kaja: Certo

Allora Kaja se ne andò tutto fiero verso il proprio accampamento, non vedendo l’ora di dirlo anche agli altri. Ci impiegò un’ora per arrivare al campo, ma quando giunse li vide che anche gli altri avevano delle facce molto contente e felici

Kaja: Ragazzi vi devo dare una buona notizia

Ika: Anche io

Saje: Anche io!

Leru: Beh in effetti avrei da dire qualcosa anche io

Maku: La mia sarà migliore delle vostre di notizia

Kaja: Allora chi inizia?

Ika: Il primo che lo ha detto, quindi tu Kaja

Kaja: Mi hanno ammesso nella Feheniiah’nuu

Ika: Davvero? E’ bellissimo. Ma come hai fatto? Sapevo che solo quelli del terzo avessero il diritto di entrarci

Kaja: Si lo so ma oggi alla prova pratica ho rotto completamente il masso di prova e quindi mi hanno detto che come premio per essere stato l’unico a farlo mi hanno ammesso

Ika: Bravo!

Kaja: Invece tu Ika? Cosa volevi dire?

Ika: Mi hanno ammessa nella Sahariina’ihni

Kaja: Davvero? Che bello! Ma come è successo?

Ika: Praticamente ero a fare la prova pratica e dopo averla superata l’esaminatrice mi ha detto che dato che ero la migliore della classe insieme a Siikah ci hanno ammesso

Kaja: Ah quindi anche tu Siikah sei stata ammessa?

Saje: Si! Sono felicissima

Maku: Beh lo credo!

Leru: Comunque noi siamo stati ammessi nel Kihirtuunah

Kaja: Questo si che è davvero bello o anche sorprendente

Maku: Pensavi di essere l’unico qui ad essere forte?

Kaje: No no certo che no

Leru: Calmati fratellone stava scherzando

Maku: Ah va beh

Ika: Ma come avete fatto?

Leru: Praticamente l’esaminatore dopo la prova pratica ha convocato il Maestro delle arti combattive che ci ha detto che saremmo entrati nel Kihirtuunah

Kaja: Che bello davvero!

Saje: Come anche tu? Pensavo di essere stata l’unica ad essere presa

Leru: Ah ma quindi anche voi siete stati presi nella Feheniiah’nuu?

Maku: Beh allora ci sarà da divertirsi

Kaja: Quindi siamo stati tutti ammessi alla Feheniiah’nuu?

Ika: Si credo proprio di si

Allora l’esaminatore sorpreso da così tanta forza fece una scommessa con Kaja: se lui fosse riuscito a distruggere una pietra con ogni arma avrebbe vinto il passaggio diretto alla classe successiva. Kaja ovviamente accettò subito dato che passare alla classe successiva voleva dire saltarsi un anno di campo d’addestramento e non dover più andare alle lezioni teoriche, ma fare solo lezioni pratiche.

Allora Kaja, prese la spada e con un colpo, neanche troppo energico, divise la roccia in due. Poi prese il pugnale e con un colpo solo spaccò la roccia, e fece lo stesso con tutte le altre armi.

Finita la prova, però l’esaminatore fu sorpreso perché nessuno era mai riuscito a farlo. Allora lui sospettoso che ci fosse dietro qualche inganno fece un’altra scommessa, questa volta molto più rischiosa: se Kaja avesse vinto l’esaminatore gli avrebbe dato tutta la sua conoscenza delle arti del combattimento, mentre se avesse perso Kaja avrebbe dovuto abbandonare il campo. Kaja dopo pochi minuti di riflessione, accettò.

Lo scontro non fu niente di speciale: Kaja stese l’esaminatore con due colpi e lo scontro finì subito, così l’esaminatore fu costretto a mantenere la parola data e a donare a Kaja tutta la sua conoscenza sulle arti del combattimento.

Vi starete chiedendo come sia possibile donare a qualcuno la propria conoscenza, ma è possibile. A quel tempo esistevano dei sigilli, che sono come dei tatuaggi, che permettevano al suo utilizzatore di compiere varie azioni. Difatti, esistevano anche sigilli che permettevano il passaggio di alcune informazione da un individuo all’altro. Il nome di questi sigilli era “mentali”: si chiamavano così perché le informazioni risiedevano nella mente, e anche perché per utilizzarlo bisognava utilizzare il potere della mente insieme a quello del corpo e dell’anima. Questo tipo di sigilli venivano anche detti “sigilli completi” perché conferivano alla mente, all’anima e al corpo, ovvero a tutte e tre le componenti dell’uomo, dei miglioramenti o anche delle maledizioni oppure restrizioni.

Kaja ricevette questa conoscenza, e subito dopo si sentì molto più forte e potente e la sua mente era molto piena di informazioni relative a tutti i grandi maestri del combattimento.

Quindi Kaja tornò all’accampamento e si mise subito a dormire.

La mattina dopo Kaja si alzò come tutte le mattine e quindi andò a lezione e poi tornò all’accampamento come sempre, prima di andare all’allenamento pratico.

Quel giorno fu particolare perché era l’ultimo girono che avrebbe frequentato le lezioni teoriche poiché da quel giorno in poi avrebbe frequentato solo i corsi di allenamento pratico

Infatti quando andò al corso pratico tutti lo guardarono con un aria di strafottenza, come per dire che avesse vinto per fortuna, e che non meritava di partecipare agli allenamenti pratici, come gli studenti dell’ultimo anno.

Appena arrivato al campo d’addestramento dove si faceva lezione, nessuno lo prese sul serio e lo trattavano tutti come se fosse un bambino.

Andò avanti così per un mese, e alla fine ci fu la prova finale: si sarebbero dovuti scontrare in un mini torneo i membri della classe, e il vincitore sarebbe passato alla classe successiva, e quindi avrebbe potuto essere istruito da uno dei grandi maestri.

Ovviamente Kaja partecipò con grande spirito di competizione, e anche con grande gioia perché finalmente poteva far vedere di che pasta era fatto.

Tutti ovviamente pensavano che non fosse all’altezza di sopportare un torneo di questo livello, ma lui non li stette a sentire.

Il torneo si concluse in giornata, con la vittoria disarmante di Kaja, che sbaragliò gli avversari con una forza mastodontica.

Questo portò tutti i grandi maestri a cominciare a riflettere sulla figura di Kaja. Infatti lui era riuscito ad arrivare ad un livello altissimo in poco tempo e quindi loro pensavano che facesse uso di magie oscure o demoniache per potenziarsi in questo modo, il problema era che non era così.

Allora Kaja venne convocato davanti al consiglio del campo d’addestramento per verificare che non facesse uso di magie oscure o demoniache: il test risultò negativo.

Questo al posto di rassicurare i maestri li allarmò ancora di più, poiché non riuscivano a spiegarsi come poteva un ragazzo di 16 anni poter competere con un ragazzo di 21 che si allenava al campo da 6 anni.

Ovviamente per non destare sospetti Kaja venne rimandato al suo accampamento con un paca sulla spalla e con la promessa che i gran maestri l’avrebbero allenato: cosa di cui avevano moltissima paura. Infatti se loro avessero preso come allievo Kaja, lui avrebbe raggiunto un livello di combattimento altissimo per la sua età e forse sarebbe potuto diventare molto più forte persino dei maestri.

Tuttavia tutto questo Kaja non poteva capirlo, questo gioco di ruoli, e di potere non poteva essree compreso da un ragazzo di 16 anni. Proprio per questo i gran maestri decisero di allenarlo, sapendo che non avrebbe mai capito che lo stavano usando.

Passarono i mesi, e Kaja continuava ad allenarsi con i gran maestri, e anche gli altri facevano progressi: Ika era riuscita ad ottenere il diploma di cultura magica solo dopo un anno, mentre Leru e Maku avevano ottenuto il titolo di spadaccini più forti del campo. Saje, invece, aveva ottenuto il titolo di alchimista dopo solo un anno che era rimasta al campo.

Ormai tutta la squadra era sotto al centro del ciclone: non si parlava d’altro che della squadra del fuoco. Venivano descritti come degli eroi, soprattutto Kaja.

I mesi passavano e ogni volta che c’era una prova individuale Kaja sbaragliava tutti, ma anche nelle competizioni a squadre, la squadra del fuoco non aveva rivali.

Così passarono tre anni, in quel campo, tre anni bellissimi: Tutti i ragazzi avevano vissuto le loro più belle avventure all’interno di quel campo.

Durante questi anni si formarono grandi amicizie, come quella tra Kaja e Saje, ma anche grandi amori, come quello tra Saje e Leru.

La loro storia è molto complicata: durante una delle ultime gare di quell’anno Saje è l’ultima partecipante della giornata, e Leru è subito prima di lei. Appena Leru finì di combattere, uscì di corsa dall’arena e vide Saje pronta ad entrare e si guardarono ma non dissero nulla: tutti e due si guardarono con quegli occhi enormi, quasi come se si stessero guardando l’anima, e poi Saje sentì il suo nome e dovette entrare nell’arena. Una volta entrata, iniziò a combattere, ovviamente lei non era una combattente incredibile, ma se si parlava di incantesimi e alchimia non c’era nessuno che poteva tenerle testa. Infatti usando tutti i suoi trucchi alchemici riuscì a portare a casa una vittoria abbastanza facilmente.

Una volta che uscì dall’arena andò direttamente all’accampamento. Leru era rimasto a guardarla, e quando finì di guardare lo scontro, rimase a bocca aperta: gli sembrò di aver visto un angelo.

On seppe spiegarlo, ma si era perdutamente innamorato di Siikah, ma lui non sapeva ancora di esserlo.

Allora tornato all’accamapamento si confessò a Meku e Kaja, dato che erano i suoi migliori amici e disse:” Ragazzi vi devo dire una cosa!”

Kaja: Di cosa si tratta?

Maku: Sembra importante

Leru: Infatti lo è. Ragazzi…ho preso una cotta per una ragazza

Kaja: Cosaa?!!?!?

Maku: Davvero?

Kaja: Chi è? Chi è?

Maku: Secondo me è quella della squadra della terra

Kaja: Chi quella con i capelli biondi?

Maku: No quella con i capelli castani

Kaja: Si ma quasi tutte hanno i capelli castani. Intendi quella che viene dalle pianure del sud?

Maku: Si si quella. Hai visto che tette enormi che ha?

Kaja: Fidati che da vicino non è tutto questa bellezza.

Maku: La conosci e non me l’hai presentata?

Kaja: Siamo nello stesso gruppo di arti del combattimento. Ci ho parlato due volte e non mi è sembrata tanto intelligente

Maku: Beh con due tette così non credo serva

Kaja: Beh hai ragione

Leru: Scusate ragazzi stavo parlando io

Kaja: Ah scusa

Maku: scusa, dai parla. Chi è?

Leru: Beh mi vergogno un po’ a dirlo ma è Siikah.

Maku: Coosaaa??

Kaja: Davvero?

Leru: Eh si, ma non so se sono innamorato o è solo una cotta passeggiera

Maku: Da quanto lo sai?

Kaja: Non credo da tanto, giusto?

Leru: No non da molto, l’ho capito oggi quando l’ho vista combattere

Kaja: Allora ti capisco. Quando combatte ha il suo fascino

Maku: Ma tutte le donne quando combattono hanno il oro fascino

Kaja: Ma non è vero

Maku: Come no? Fammi un esempio di una donna che quando combatte non è affascinante!

Kaja: Quella della casata reale, la sorella del principe. Quando combatte sembra un elefante

Maku: Adesso che mi ci fai pensare è vero

Kaja: Credo che sia l’unica ragazza che ha meno grazia di me

Maku: A questi livelli non credo sia arrivata ma se continua così ci arriverà molto presto

Leru: Si però stavamo parlando di Siikah

Maku: Giusto, giusto vai avanti

Kaja: l’hai vista combattere e poi?

Leru: Praticamente, l’ho vista combattere e mentre combatteva mi semrbava di guardare un angelo. Poi ho notato che le si sono schiariti i capelli, e che si era fatta più megra ma anche più muscolosa. E poi l’armatura che indossava era spettacolare, sembrava un dio sceso dai giardini.

Maku e Kaja: Sei innamorato perso

Leru: Perché lo avete detto con quel ghigno melefico?

Kaja: Guarda, io sono molto amico di Saje e quando si mette l’armatura l’ultima cosa che guardi sono i capelli e il fatto che si sia fatta più muscolosa.

Maku: Concordo con Kaja

Leru: Quindi voi dite che mi sono innamorato?

Kaja: Se non lo sai nemmeno tu, come facciamo a saperlo noi?

Maku: Noi abbiamo solo detto che Siikah quando mette l’armatura mette in mostra qualcos’altro oltre alle sue doti di combattimento

Leru: Sempre a quello pensate

Kaja: NO! E’ un dato oggettivo: l’ha detto pure lei

Maku: Infatti! Tutte le ragazze le prime volte si vergognano a mettere l’armatura, secondo te per quale motivo?

Leru: Va bene! Avete ragione. Ma io come faccio a sapere se anche lei ricambia

Maku: Prova a chiedere a Kaja, sono sempre assieme

Kaja: Posso tastare il terreno ma non ti assicuro niente. Non posso dirlo esplicitamente

Leru: D’accordo. Te provaci poi fammi sapere

Kaja: Va bene. Farò del mio meglio

Maku: Però cerca di non farti scoprire, perché se no rovini tutto

Kaja: Stai tranquillo. Comunque, un uccellino mi ha detto che tra te e Ika c’è qualcosa, vero?

Leru: Davvero, racconta

Maku: Ma come fai a sapere sempre tutto?

Kaja: Diciamo che ho dei buoni informatori

Maku: Va beh dato che ormai lo sapete…Oggi dovrei chiedere ad Ika di venire alla collina con me e li dovrei dichiararmi

Kaja: Bravo! Così si fa!

Leru: Beh devo ammettere che hai coraggio

Maku: Grazie, però non ditelo ad Ika, lei non lo sa ancora

Kaja: Stai tranquillo nessuno lo saprà

Laru: Muto come le montagne del nord. Comunque, io invece ho visto che è da un paio di mesi che vai alla collina con una della squadra del fulmine, cosa ci stai nascondendo?

Maku: Ah allora è lei quella di cui ho sentito parlare?

Kaja: Come hai sentito parlare?

Leru: Beh lo sanno tutti ormai: Il grande Kaja sta tradendo la sua amata Saje con un’altra ragazza

Maku: Queste sono el voci che circolano. Non lo sapevi?

Kaja: No. Ma come è possibile che pensino che io e Saje siamo fidanzati? E poi uno non è libero di fare quello che vuole?

Leru: Ei non ti scaldare! Però voi due date l’impressione di essere fidanzati, se non sapessi come stanno veramente le cose lo penserei anche io

Maku: State sempre assieme. Siete la coppietta del campo

Kaja: Ma non è vero!

Maku: Lo so ma senza conoscere la verità, stai tranquillo, che sembrate fidanzati

Laru: Concordo con Maku

Maku: Ma tralasciando Saje, come si chiama la ragazza che stai vedendo, o quella con cui stai tradendo Siikah?

Kaja: Ma io e Saje non siamo fidanzati!

Leru: Dai stai calmo, stava scherzando

Kaja: Va beh, si chiama Najee e fa parte della squadra del fulmine.

Maku: Ho già sentito parlare di lei, questo nome mi suona familiare

Leru: Anche a me, quel è il suo nome completo

Kaja: Saah’neejii

Maku: Per tutti gli dei!

Leru: Stai scherzando vero?

Kaja: No perché?

Maku: Lei fa parte della famiglia dei Diikaah (drago), che è la famiglia più potente di tutto il nord

Leru: E la famiglia Diikaah fa anche parte della gilda Jaah’neemheru (luna rossa) che è la gilda più potente del continente

Kaja: Io non lo sapevo

Maku: Beh salutala adesso prima che possa succederti qualcosa di brutto

Leru: E’ brutto da dire ma ha ragione mio fratello

Kaja: No non posso salutarla adesso! Io sono innamorato di lei, sento che è quella giusta

Maku: Allora mi sa che non cambierai idea. Beh, allora io e mio fratello, staremo sempre dalla tua parte qualsiasi cosa succeda. Vero fratellino?

Leru: Si, qualsiasi cosa succeda tu chiamaci e noi arriveremo prima di quanto tu immagini

Kaja: Stanno arrivando le ragazze. Io adesso vado a parlare con Saje

Leru: Ricordati di farmi quel favore

Kaja: Si si tranquillo. Maku cerca di farti coraggio

Maku: Ci proverò. Te adesso vai

Allora Kaja e Saje si incamminarono per andare all’allenamento di arti magiche, mentre Leru, Maku e Ika rimasero da soli. Quindi Leru andò nella tenda d’addestramento per allenarsi così da lsciare soli Maku e Ika. Una volta soli Maku si fece coraggio e chiese a Ika se le andava di fare un giro con lui, e ovviamente lei accettò.

Arrivati alla collina, Maku prese tutto il coraggio che aveva, smebrava dovesse affrontare lo scontro della vita: non era mai stato così agitato.

La prima a parlare fu Ika che disse:” Che posto bellissimo! Come mai mi hai portato qui?”

Maku: Beh volevo che il posto fosse alla tua altezza perché devo dirti una cosa

Ika: Non dire così, mi fai arrossire! Ma cosa devi dirmi di così importante?

Maku: Non è facile come dicono, però devo farlo

Ika: Mi devo preoccupare? E’ una cosa brutta?

Maku: No no non ti devi preoccupare, è una cosa bellissima

Ika: beh allora parla, che non mi piace stare sulle spine

Maku: Tu mi piaci molto. In realtà non mi piaci, io ti amo.

Ika: Non so davvero cosa dire

Maku: Dì quello che pensi. Però prima di sapere la tua risposta voglio parlare prima io. Ti voglio dire che mi sei iniziata a piacere non da molto, forse da qualche mese, non so cosa sia scattato in me, ma una mattina mi sono alzato e ti ho vista; pensavo fossi la soltia, ma poi mi sei venuta vicino e mi hai abbracciato, come del resto fai tutte le mattine con tutti, ma quella volta era diverso. Sentivo come se qualcosa dentro di me fosse cambiato. Non mi ero mai sentito così: di solito sono bravo con le ragazze e non sono quasi mai in imbarazzo, ma quella volta, mi sono sentito molto strano. Nei giorni seguenti ho capito che quello che sentivo, quel fuoco che mi bruciava dentro, che non riuscivo a spegnere, era amore: amore per te.

Gli unici momenti in cui questo fuoco si assopiva era quando mi abbracciavi o mi guardavi con quei tuoi bellissimi occhi. Ogni giorno che passava diventavi sempre più bella. Poi un giorno, quando abbiamo fatto la strada assieme per tornare all’accampamento, ci avremmo messo un’ora ma per me era passato un attimo: allora capì che tu per me eri importante, direi quella giusta. Capì che poteva stare con te tutto il tempo che volevo e mi sarebbe sembrato comunque un attimo, ed è qui che ho deciso che avrei voluto stare con te per sempre. Lo so che sembra strano, ci conosciamo solo da tre anni, ma io sento che tu sei quella giusta. Non mi chiedere perché , dato che nemmeno io lo so. Tu per me sei la donna perfetta: ogni volta che agiti i tuoi capelli sembri una bellissima volpe, astuta ma anche dolce, orgogliosa ma anche fragile. Molte volte ho pensato che non mi avresti mai considerato, perché tu eri troppo per me.

Ecco. Questo è tutto.

Ika stette zitta, non disse niente. Gli occhi le si erano riempiti di lacrime, quando Maku alzò lo sguardo lei con uno sbalzò lo baciò.

Maku raggiunse il giardino più remoto: in quel momento tutti e due erano come in una dimensione parallela: il tempo si era fermato, l’acqua scorreva a ritmo con il loro sangue, il vento soffiava e faceva incrociare i loro capelli come i fili di un tappeto che compongono un bellissimo disegno. Il loro cuore batteva all’unisono, ormai erano quasi una cosa sola. Quel bacio significò più di mille parole, e Maku sapeva che lei aveva detto si.

Dopo qualche secondo, Ika lo abbracciò e gli disse nell’orecchio:” Comunque io non abbracciavo tutti, abbracciavo solo te!”

In questo momento il cuore di Maku si fermò per un attimo, e i suoi occhi diventarono lucidi e strinse Ika ancora più forte.