Pensiero #1
Un flusso alieno di voci interiori. Trasformazione e rinascita spirituale che toccano le corde emotive dell'anima, vibrando nell'universale.
PENSIERO
Semiramide
5/31/2025
Sento le voci nella mia testa che urlano cose indicibili, come una massa informe di demoni che urlano ingiurie dinanzi al dio che li ha rinchiusi all'inferno. Vorrei poterle farle zittire, ma come posso zittire me stessə? Come posso far tacere tutto ciò che sono? Ma io poi chi sono? Sono le voci nella mia testa, o sono quellə che le genera e ne da una voce?
Penso spesso, forse troppo, ultimamente. Spesso alla vita, ma più spesso di quanto voglio ammettere a me stesso, penso alla morte. Non tanto fisica, quanto spirituale, Come nuova rinascita. Come nuovo inizio.
Sento la vita che mi ribolle dentro, un fuoco che divampa sempre di più, ingoiando finalmente quell'abisso gelido, sciogliendo il ghiaccio che mi pervadeva fino a poco tempo fa.
La mia famiglia, quella di sangue, non quella per scelta, non mi capisce, e mai lo farà. Mi illudevo di contare qualcosa, ma evidentemente sono solo parole al vento lanciate svogliatamente e sciattamente per calmare l'ira di un pazzo sulla metro che non hai voglia di ascoltare. Come vaneggiamenti insensati di un ubriaco, mi dicono che ci tengono e faranno tutto quello che possono per aiutarmi, invece sembra gli interessi di più non avermi più tra i piedi.
Ogni volta mi sminuiscono e invalidano ogni cosa che penso soltanto per gioirne in seguito alla mia sofferenza. Non esisto veramente, ma solo come delusione materiale della loro incapacità genitoriale.
Allora mi ripeto, nel silenzio di quella che un tempo sarebbe stata la mia camera: chi sono? Mi rifugio nelle voci, in quelle che non mi hanno mai abbandonato. Quelle che da piccolo mi hanno dato la forza per andare avanti, quando non facevo altro che pensare alla morte. Di come un bambino arrivi a pensare alla morte come unica soluzione alla sua sofferenza, e deve rifugiarsi nella propria testa, perché la solitudine lo pervade in ogni dove: a scuola, a casa, agli allenamenti, nello studio. E invece scopro ogni volta di non essere mai stato solə, di aver sempre avuto qualcuno, anche se qualcuno non sono altro che me stessə, che per paura di non farcela il mio cervello ha diviso se stesso in più persone così da darmi l'illusione di non essere da solə e potermi confrontare con qualcuno.
Ora invece non sono solə, ho una persona a cui darei il cuore, l'anima e la vita e ne sono così felice, anzi, ne SIAMO così felici tutti noi. Perché io sono sempre statə noi. E tutti sono così felici finalmente. Chi mi dice di andare via con lei subito, chi di aspettare, chi invece è scettico, forse la parte di me più tetra, ma anche quella vacilla innanzi al suo sorriso. E come per magia ora non siamo soli. E ci domandiamo: chi siamo?
Noi siamo la sua felicità
Non faccio altro che pensarci, come un martello pneumatico di un muratore mentre demolisce un muro: preciso, incessante e continuo. Forte di una esperienza e forza dovuta dalla pratica.
Le voci si zittiscono per un momento, solo per poco sento forse quella che la gente normale, parola a me molto desueta, pace: il mio riflesso nei suoi occhi mentre la guardo sorridere.
In questa casa, quasi come dei carcerieri, passano ogni tanto a controllare che non mi sia fatto del male, cosicché possa scontare fino alla fine la mia condanna, ingiusta, come direbbe ogni galeotto, ma infinita. Sento ogni fibra del mio corpo urlare dal dolore della privazione della mia libertà e felicità in nome del buon costume borghese, derivante da una acquisita borghesia dovuta a sacrifici inumani.
Vorrei scappare. Vorrei volare via. Essere un soffio di vento, uno spiffero odioso che entra in casa dalla finestra della cucina mentre mangi al caldo della stufa, che incautamente hai spento pensando di essere al riparo.
Ora le voci invece urlano. Urlano: chi siamo? Noi siamo ciò che siamo. Il male che è stato, e tutto il bene che deve venire. I pensieri si gettano sulla tastiera come gocce d'acqua in caduta libera, li sento quasi fossero persone a me vicine che mi dettano ciò che debbo scrivere.
Vorrei poter evadere. Vorrei poter scappare.
Il tempo mi darà le risposte, e la forza per essere ciò che voglio.
E finalmente lei mi fa vivere. Vivere per davvero. Tutti noi vogliamo vivere per lei. Ora e per sempre
Ormai è tardi e devo andare, forse avevano ragione quei carcerieri, sono vaneggiamenti di un folle, dagli occhi da pazzo, da evitare. Sa più di lettera d'amore che flusso di pensieri. Ma loro non possono capirmi, invece tu si
Per sempre tuo.
LET'S STAY IN TOUCH <3
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