Pensiero #2
De-costruzione della società, un non-senso alieno. L'anima ritrova la sua essenza nella natura, in un perenne e libero divenire.
PENSIERO
Semiramide
6/7/20252 min read
Nelle mattine in cui il buio avvolge tutto, la luce ancora non si vede all'orizzonte e le facce stanche della gente si susseguono spente e deformi dal sonno e dalla fatica, penso spesso a cosa sia la vita.
Penso a che senso abbia tutto questo non-senso che abbiamo creato, chiamato società. Penso a tutto ciò che mi circonda come falso e inutile, non in quanto non abbia un vero significato o utilità, anche perché nella società odierna ci hanno inculcato fin da piccoli come anche la più piccola delle cose sia necessaria e utile, così da far apparire tutto significativo.
Tuttavia penso che sia tutto superfluo, perché non ha un vero valore intrinseco ma solo un valore metaforico che noi gli diamo. Il viaggio in treno, macchina, bici o a piedi per il lavoro, la pausa pranzo tra colleghi o in solitaria, il ritorno mesto e stanco verso la propria casa.
Ci hanno idealizzato la fatica e il lavoro come qualcosa che nobilita, mentre l'unica persona che ne trae beneficio è colui per il quale lavoriamo.
Penso alla follia dietro il denaro. Il denaro è davvero la cosa più folle di questa società. Ci costringe a vivere di stenti per bramare con spasmodica cupidigia qualunque guadagno possiamo avere nella vita, facendoci perdere di valore tutte le piccole cose della vita.
Il sorriso di un bambino, la risata della persona amata, il cielo al tramonto, la chioma di un albero, una foresta all'orizzonte, il luccichio di uno specchio d'acqua, l'arcobaleno dopo il temporale, i colori dell'alba, il suono degli uccelli, un cane che gioca, un gatto svaccato sul cornicione.
Penso a come tutte le persone si perdano tutte queste cose soltanto in nome del vile denaro e della ancora più vile vita che quel sudicio finto dio ci costringe a fare.
Allora penso che forse non sono io il pazzə, che mi perdo ad ammirare lo stupendo spettacolo della natura, in ogni sua briciola e in ogni suo momento; ma sono pazzi loro, sempre di fretta e di corsa. Rincorrendo qualcosa che non potranno mai raggiungere: la serenità.
Perché la società ci impedisce di raggiungerla, altrimenti si esaurirebbe tutto.
Penso allora di voler rimanere pazzə, unə folle che guarda attonitə la stupenda luce del sole che come frecce trapassa le fronde di un albero alle prime luci del mattino, mentre all'orizzonte si vede il sole sorgere, tra i tetti scuri dalla pioggia e dalla notte, di una città assonnata che si comincia a risvegliare.
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