Pensiero #5

Il buio, un flusso inesorabile che trasforma. L'anima si fonde con l'oscurità universale, in un silenzio che respira e muove.

PENSIERO

Semiramide

6/28/20252 min read

Il buio della notte avanzava inesorabile, nessun ostacolo riusciva a mantenere la sua luce. Tutto

sprofondava nell’oblio. Il nero della notte avanzava. Le distanze si annullavano, i contorni e le forme

scomparivano come d’improvviso; gli alberi risultavano semplicemente zampilli di un fuoco oscuro, forse troppo oscuro per essere sopportato da tutti gli animi.

Il buio della notte avanzava inesorabile e il silenzio lo seguiva come un bravo segugio segue le orme lasciate dalla sua preda, facendo sprofondare tutto nella più tetra tristezza, che si tramutava in terrore più profondo nel giro di un battito di ciglia. Gli occhi provavano ad adattarsi all’oscurità, fallendo miseramente ottenevano l’effetto opposto, di adattarsi semplicemente a provare sempre più terrore delle ombre e di tutto quello che celavano.

Il buio della notte avanzava inesorabile, e ogni passo riecheggiava ovunque stordendo e tramortendo anche il più impavido degli animi, che veniva schiacciato dal peso inesorabile del buio. Le foglie al suolo sembravano teschi in testimonianza di coloro che avevano provato a sfidare l’oscurità senza sapere che sarebbe stato come cercare di saltare il più in alto possibile sperando di raggiungere la luna.

Il buio della notte avanzava inesorabile coprendo, ormai, anche il più piccolo barlume di speranza del mio essere, ormai esausto dalla lunga battaglia. Pensando fosse finito si acquietò, ma fu allora che arrivò il silenzio dando il colpo di grazia, e facendo esplodere nella testa ogni singolo suono. In questa disperazione dove l’animo trova le più grandi soluzioni, attorniato da silenzio, buio e rumori ovattati dal rumore del sangue che scorre nelle orecchie e nelle vene, quasi come tornasse al momento primordiale del proprio corpo.

Il buio della notte avanzava inesorabile, ma ormai non incuteva terrore, forse timore o qualcosa di più profondo. I suoni si fecero nitidi, le sagome scomparirono, il corpo si fuse con l’oscurità, e le orecchie con il silenzio; tutto ora aveva un senso: nullo. Il fischio del silenzio, così antitetici, ma così legati da non poter far capire a tutti quei caduti sotto di me, che non era nient’altro il suono del buio. In questa immersione totale dello spirito, gli occhi finalmente si schiusero e poterono veramente vedere la realtà del tutto: le milioni di lacrime luminose che sfociavano in un fiume astrale, esattamente sopra noi tutti. La sofferenza di quei caduti che consideravo sfortunati, in realtà erano quelli che avevano compreso davvero cosa significava l’oscurità e per questo non erano tornati.

Il buio della notte avanzava inesorabile ed il silenzio era sempre più intenso, e l’oscurità sempre più fitta, quasi palpabile e si comprese che non si poteva fermare, e che quindi io sarei stato il buio che avanza inesorabile seguito dal fedele compagno del silenzio. Così da poter finalmente vedere la sofferenza dell’universo, facendone parte, per poi un giorno consolarla abbracciandola coprendola tutta. Allora il buio avanzava inesorabile, come ora e come per il resto dell’eternità….